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Il Tocatì chiude, pienone record
FESTIVAL INTERNAZIONALE. Folla in città e parcheggi esauriti. In riva all'Adige i giochi di sei nazioni e di tutte le regioni d'Italia. Gli organizzatori: «Quasi 300mila persone in tre giorni. Un'energia ludica che coinvolge tutti»
26/09/2011




Verona. Cala il sipario sul Tocatì, il festival internazionale dei giochi di strada, che quest'anno ha parlato ben sette lingue e attirato quasi 300mila turisti e famiglie, secondo le stime degli organizzatori. Nelle vie e nelle piazze del centro storico, un'esplosione di musiche, colori, danze e tradizioni da tutte le regioni d'Italia e da sei Paesi stranieri, in onore del primo congresso dell'Itsga, l'organizzazione intercontinentale che riunisce i maggiori esperti di gioco del mondo.
LE SEI NAZIONI. Brasile, Messico, Svezia, Taiwan, Iran e Portogallo hanno esportato le proprie culture, mettendo in scena la Capoeira, coreografica danza-lotta del Brasile, il salto acrobatico con la corda del Taiwan, l'intrigante gioco di piastrelle portoghese, il «lancio vichingo» praticato in Svezia, l'antica disciplina persiana dello Zurkhaneh e il gioco della palla lanciata solo con le anche, secondo la cultura azteca, tuttora diffuso in Messico.
LE ORIGINI. Una manifestazione, quella del Tocatì, partita nel 2002 e cresciuta di anno in anno in modo esponenziale, grazie allo spirito di iniziativa dei volontari di Aga, l'Associazione giochi antichi veronese che ha sede nel parco delle Colombare. «Al termine della prima edizione, che prevedeva solo il torneo di s-cianco, ci siamo resi conto che il festival aveva grandi potenzialità e abbiamo deciso di provare a portare noi i giochi a Verona», ha spiegato Giuseppe Giacon, vicepresidente di Aga. 
IL FUTURO. «La nostra intuizione è stata arrivare nel posto giusto al momento giusto: Verona è una città dove il rapporto con la tradizione è molto forte e dichiarata», ha affermato Giacon. «A questo si aggiunta anche una grande fortuna: in nove anni, il tempo è sempre stato bello, noi la chiamiamo «energia ludica». Dal 2002 a oggi, la dimensione dell'iniziativa è diventata sempre più intergenerazionale: non è più un festival solo per bambini, ma per tutte le età. Anche i giovani lo stanno scoprendo».
IL CONGRESSO. L'evento cardine della nona edizione del Tocatì è stato il congresso di Itsga. A Verona, infatti, sono arrivati delegati da ogni parte del mondo, in particolare docenti universitari, per discutere dell'importanza e del valore del gioco internazionale. Ad aprire il convegno, che si è svolto ieri a Palazzo della Ragione, è stato Guy Jaouen, presidente di Aejst, l'Associazione europea dei giochi e degli sport tradizionali. «A lungo la cultura del passato è stata respinta e rinnegata, soprattutto nei Paesi dell'Est, perché considerata un ostacolo alla modernità», ha esordito Jaouen. «Ora ci si è finalmente resi conto che sono fonte di arricchimento culturale e possono diventare una forza propositiva a livello intellettuale».
UNESCO. Ieri al congresso, era presente anche Arnaldo Rivero Fuxa, presidente della Commissione intergovernativa per l'educazione fisica e lo sport dell'Unesco. «Siamo intenzionati a diffondere i giochi antichi, perché sono dotati di una grande carica intellettuale», ha spiegato Fuxa. «È importante che le vecchie generazioni trasmettano i propri valori e la propria cultura a quelle nuove. Ed è interessante, anche, vedere come tante persone che parlano lingue diverse riescano a comunicare e capirsi attraverso il gioco».
DISAGI. Il grande afflusso di turisti e famiglie, che hanno preso d'assalto la città, ha creato qualche problema a livello di viabilità: esauriti nel pomeriggio i parcheggi del centro e quasi impossibile trovare qualche stallo libero dove lasciare l'auto nelle vie più vicine al centro storico. La polizia municipale, inoltre, ha provveduto verso sera a chiudere parte di corso Porta Nuova: traffico legato anche all'arrivo di numerosi fans per il concerto di Zucchero, in programma ieri sera in Arena. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA Manuela Trevisani 



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